Di anni ne ha ben 125, ma non li dimostra. Non è la solita inflazionata frase di circostanza che coniamo per iniziare la storia di uno dei più gloriosi sodalizi calcistici italiani, ma è la doverosa testimonianza dei successi che l'Udinese sta mietendo soprattutto in questi ultimi anni, dopo aver sfiorato il titolo italiano nel 1954-55, dopo aver vinto lo scudetto nel 1896, anche se mai riconosciuto.
Perché? Perché la manifestazione, un torneo a tre (cui parteciparono, la Pg Ferrara, l'Istituto Turrazza di Treviso e, appunto l'Udinese, o meglio la Società Udinese di Ginnastica e Scherma, composta da studenti delle scuole tecniche udinesi, disputatosi a Treviso dal 6 all'8 settembre), non fu organizzato dalla Federcalcio (che fu istituita un anno dopo), bensì dalla Federazione Italiana Scherma. Gli udinesi vinsero entrambi gli incontri, prima con il Treviso, poi in finale con la Spal che fu superata per 2 a 0 con doppietta di Antonio Dal Dan, maestro, capitano della squadra, il pioniere del calcio bianconero. L'anno prima, il 15 settembre 1895, la medesima squadra partecipò al Velodromo "Roma" al Salario ad una gara di esibizione con la Virtus Bologna e spettatore d'eccezione fu il Re Umberto I. Dopo il successo del 1896, a Udine e in tutto il Friuli, il calcio comincia a farsi largo, le discipline principi rimangono la Scherma e la Ginnastica.
Nascita dell’Acciù
Il 5 luglio 1911 è un'altra data storica per il calcio friulano. I ginnasti dell'Udinese, con a capo Luigi Dal Dan, figlio di Antonio, costituiscono l'Associazione Calcio Udinese che viene iscritta alla Federazione Italiana Giuoco Calcio. La prima gara amichevole della neonata società ha luogo a Palmanova in occasione di uno dei primi voli aerei in cui si cimentò il notaio udinese Cavalieri. La squadra bianconera batte la Juventus di Palmanova per 6 a 0. Nel 1912 l'Udinese partecipa al campionato di promozione assieme a Petrarca Padova e al Padova e batte entrambe presupposto indispensabile per iscriversi nella massima categoria dove rimane sino allo scoppio della prima guerra mondiale.
Nel dopoguerra, esattamente il 22 aprile 1919, l' A.C. Udinese entra a far parte dell'Associazione Sportiva Udinese (Asu) e il conte Alessandro del Torso ne diventa presidente.
Gli anni venti
Gli anni '20 coincidono con il debutto del leggendario Gino Bellotto, che ha riempito numerose pagine di gloria della storia bianconera. Bellotto giocatore tutto fare, disputò qualcosa come diciassette campionati con l'Udinese. Un record! Record che, degli attuali bianconeri, potrebbe essere avvicinato o eguagliato dal solo Valerio Bertotto, alla sua tredicesima, consecutiva stagione a Udine. Bellotto esordì nel torneo di prima categoria 1920-21. L'Udinese rimase in prima categoria (girone B) e si classificò all'ultimo posto con 5 punti (il girone fu vinto dal Genoa). Fu quella una stagione davvero sfortunata per i colori bianconeri: nel luglio del 1922 l'Udinese è finalista della prima Coppa Italia. A Vado Ligure affronta i locali e viene sconfitta per 1 a 0 con rete del celeberrimo Felice Levratto nei supplementari. Il 24 agosto del 1923, con l'Udinese fortemente indebitata, l'Associazione Sportiva Udinese prende le distanze dal calcio; la società bianconera è costretta ad istituire un bilancio e un direttivo completamente autonomi. Il presidente Alessandro del Torso paga tutti i debiti, mettendo all'asta alcuni suoi quadri e poco dopo la presidenza viene assunta dall'industriale della birra, Francesco Dormisch.
Nel torneo 1923-24 i bianconeri si trovano in seconda divisione (oggi serie B) e si comportano dignitosamente, terminando al quarto posto. L'anno dopo va decisamente meglio e l'undici bianconero conclude il girone D di seconda divisione in testa a pari merito con Vicenza e Olimpia di Fiume. Fu necessario lo spareggio per designare la squadra che poi avrebbe partecipato alla finale nazionale, con Parma, Como e Novese per la promozione in Prima Divisione, attuale serie A. L'Udinese riuscì a superare fiumani e vicentini. Nella successiva finale la squadra friulana concluse in testa a pari merito con il Parma (sette punti), precedendo Novese, che di punti ne aveva conquistati sei e Como, quattro. In prima divisione - torneo 1925-26 - i friulani devono vedersela con Il Torino del famoso Cevenini, con il Bologna, poi ancora con Modena, Casale, Internazionale, Verona Hellas, Doria, Brescia, Novara, Pisa, Legnano. I bianconeri si resero protagonisti di un acuto, batterono 4 a 3 il Torino consentendo al Bologna di primeggiare nel girone e di partecipare alle finali nazionali vinte, poi, dalla Juventus. L'anno successivo l'Udinese, rifiutandosi di partecipare alle qualificazioni, veniva retrocessa. Così nel campionato 1926-27 i bianconeri furono inseriti nel girone veneto lombardo, il primo di quattro della nuova prima divisione (serie B attuale).
Fu un cammino disastroso, che l'Udinese terminò all'ultimo posto con 6 punti soltanto. Il risultato finale doveva significare la retrocessione, ma la Federazione, in considerazione delle benemerenze della società bianconera, annullava la bocciatura. Il presidente dell'Udinese Achille Villoresi, scampato il pericolo, rinforzò la squadra che, nella stagione stagione 1927-28, riuscì a salvarsi dignitosamente. Nel torneo 1928-29, l'Udinese, sempre presieduta da Villoresi, allenata dal tecnico ungherese Fogl, fece ancora meglio, classificandosi al terzo posto con 39 punti, preceduta dal Forlì (41) e dal Monfalcone (44). Questa fu la formazione che si comportò valorosamente: Cassetti, Cantarutti, Bellotto, Gerace, Bonino, Zilli, Tosolini, Vittorio, Foni, Modotti, Dorigo. Ci fu spazio anche per i vari Brusin, Migliorini Modonutti, Barbetti, Palmano. Al termine di quell'annata la Federazione istituisce i campionati a girone unico; riunisce le quattordici squadre retrocesse dalla massima categoria con le promosse della prima divisione per formare la B. L'Udinese, quindi, si ritrova in serie C. L'anno venturo, quello che inaugura, come detto, la rivoluzione dei vari campionati, vede l'Udinese maramaldeggiare e concludere al primo posto con 42 punti, seguita da Spal 39, Pro Gorizia 35. Questa la formazione-tipo: Cassetti (Lipizer III), Bellotto, Loschi, Gerace, Bonino, Zilli (Magrini), Modotti (Frossi) Vittorio, Miconi (Modonutti), Bartezaghi, Dorigo. Al termine di quella stagione vengono ceduti alcuni "pezzi da novanta", Loschi alla Triestina, Cassetti al Bologna, Miconi alla Salernitana.