“Non è stata la partita che ci aspettavamo”. Poche e chiare parole quelle con cui Gabriele Cioffi descrive la sconfitta per 2-0 col Torino. Chiarezza necessaria dopo le critiche piovute contro di lui per frasi che gli sono state malevolmente attribuite dopo la gara con la Lazio e per le quali gli viene chiesto nuovamente conto. “Lo voglio ripetere un’ultima volta, per chiudere definitivamente la questione: le pressioni sono nostre, le metto io e se le mette la squadra. Il tifoso ha diritto di fare ciò che vuole. Ho sentito uno stadio che anche oggi ha supportato i suoi giocatori, con un pubblico all’inglese. Sono stato chiaro in conferenza, come allenatore e persona – dice il tecnico – Dispiace che mi attacchino, lo devo accettare ma pensavo di essere abbastanza chiaro. Ho sempre parlato di pressioni interne, il pubblico di Udine ha sempre sostenuto la squadra. Se se ne vanno via arrabbiati perché la squadra gioca male hanno ragione, anzi: io sono più arrabbiato di loro. Io credo nella squadra, nel mio lavoro e nell’ambiente sano. La contestazione l’ho percepita, va rispettata e accettata. Con il lavoro dei ragazzi e l’amore di questa gente sono sicuro che verremo fuori da questi momenti di blackout”.
Il messaggio che l’allenatore vuole trasmettere “è che lottiamo per il nostro obiettivo”. Il cambio di Martin Payero “non era tattico, ma di scossa. Al di là del gol preso eravamo pastosi, non lottavamo sulle seconde palle e c’era una gestione confusa del match. Ho scelto di cambiarne uno e ho messo Kinglsey Ehizibue a portare gamba”. Poi il cambio a causa dell’ammonizione, per evitare un quarto rosso di fila. “Reputo Ehizibue un giocatore esperto, ma veniamo da tre espulsioni consecutive e siccome tutti i cambi che ho provato a fare non hanno sortito effetti ho deciso di mettere due punte e Festy Ebosele per cercare verticalità. Probabilmente ho sottovalutato i pochi giorni di recupero che abbiamo avuto”. Non un pretesto per la prova di oggi, sottolinea Cioffi, bensì il riconoscimento del tentativo “di dare continuità di formazione, ma evidentemente non abbiamo recuperato. La colpa è mia, avrei dovuto far riposare qualche giocatore”. Dopo una prima mezz’ora che lui stesso definisce “brutta, ho visto uno spiraglio di luce. La squadra fraseggiava di più nella metà campo avversaria. Nel secondo tempo però siamo stati piatti. Non possiamo permetterci di vivere in maniera emotiva e avere questi alti e bassi. C’è da ingegnarsi per evitare questi blackout”.
Elogi alla prova di Roberto Pereyra, “un eroe, non si è allenato in settimana ma ha giocato col coltello tra i denti e ha dato tutto”. Jaka Bijol, alla prima da titolare dopo la frattura allo scafoide, “è stata una scelta un po’ forzata, nel calcio dei dilettanti e si dice che la prima la fai sempre bene. Anche lui ha dato tutto, è al 60-70% della condizione. Secondo me la sua presenza faceva bene e ha fatto bene in campo”. Il tecnico difende il ruolino delle ultime partite, dove i suoi giocatori hanno “alternato pareggi a vittorie, oggi abbiamo perso, ma la continuità c’è. I punti potevano essere di più, questo lo so, perciò dobbiamo lavorare sull’aggressività e io in primis devo capire cosa posso portare alla squadra, in modo che dopo una vittoria gagliarda come quella la Lazio non ci sia il buio totale. Sono il primo tifoso dei miei giocatori, non vacillo”. Adesso la settimana di sosta che priva l’Udinese di otto nazionali ma che fanno “bene all’ambiente. Come quella di Lorenzo Lucca con l’Italia e di Nehuen Perez che torna con l’Argentina. Sandi Lovric ora potrà giocarsela per il ruolo di titolare con nella Slovenia. Ciò dimostra che ci sono tanti aspetti da cui ripartire, solo con calma e lucidità si viene fuori dalle situazioni difficili”.