17 dicembre 2023
17 dicembre 2023

Udinese-Sassuolo, Cioffi: “È facile distruggere. Dobbiamo costruire”

L’analisi del tecnico dopo il pareggio

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“Stavamo giocando la partita che dovevamo, e senza quel rigore da pollacchiotti sarebbe finita 2-0, massimo 2-1”. È con dispiacere ma sicurezza nel valore della sua squadra che Gabriele Cioffi commenta il 2-2 col Sassuolo. La gara era in totale controllo dei bianconeri prima del rosso a Martin Payero che ha favorito la rimonta ospite. “Gli abbiamo fatto male come sapevamo che avremmo potuto fare – continua il mister – Poi l’espulsione ci crea rammarico, perché sapevo che i ragazzi avrebbero fatto una grande partita. È stato un episodio che ha cambiato il corso degli eventi”.

Nel secondo tempo, in inferiorità, “cambiando l’assetto è cambiato anche l’approccio alle ripartenze. In panchina non avevo giocatori di profondità a parte Kingsley Ehizibue – spiega Cioffi – La mia scelta era di non mettere, finché la partita non lo avrebbe necessitato, Adam Masina come quinto. Viene da un infortunio lungo e gioca in modo diverso”. Rimanere in dieci ha favorito le uscite palla al piede degli emiliani e l’allenatore ha notato le “difficoltà sia Hassane Kamara che di Festy Ebosele. Ho deciso di lasciare il secondo per le ripartenze. Walace ha avuto la febbre per tre giorni, se avessi fatto entrare prima Isaac Success avrei rischiato di giocare in nove”.

Il tecnico infatti stava “facendo scaldare Isaac, poi Walace mi ha fatto segno di non farcela più e ho usato l’ultimo slot che avevo per far entrare anche Oier Zarraga. Sono scelte prese in velocità – prosegue – poi magari riguardando la partita a mente fredda opterei per altro, ma ora come ora non cambierei nulla”. Anche perché Nehuen Perez al centro della difesa è stata una buona scelta “presa in condivisione: con un attacco di profondità sapevamo chi del Sassuolo avrebbe creato problemi. Thomas Kristensen è un giovane di grandissimo potenziale e ha margini di miglioramento molto ampi”.

Cioffi sa che “è facile distruggere. Dobbiamo lavorare sulla pazienza e sul rispetto che loro sono al momento e dare tempo ai ragazzi, lavorando sull’atteggiamento. Non si può fare altro”. Sarebbe solo dannoso, infatti, “entrare nello spogliatoio, calciare le bottigliette e dire ai giocatori che non valgono niente – continua – Io sento l’amore che c’è per questa squadra e non punto il dito contro i miei giocatori. Costruire è difficile, ma so che lo stiamo facendo e questo mi rende fiducioso”. L’amore che i tifosi nutrono per il club, assicura, “è pari a quello che noi proviamo per loro. Andremo a Torino per ricambiarlo”.