22 gennaio 2024
22 gennaio 2024

Padelli a Udinese Tonight: “Piaga culturale in Italia, non solo nel calcio”

I commenti del portiere sugli avvenimenti recenti

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Daniele Padelli non si è mai nascosto. Mai. Uno degli uomini che meglio incarna i valori dell’Udinese parla degli insulti razzisti rivolti a Mike Maignan nella sera di sabato. Il classe ’95 ha commentato il post Instagram del pari ruolo milanista con un lungo messaggio di solidarietà e dispiacere. “Quello che sentivo nel mio cuore l’ho scritto. Non per difendere il popolo friulano che non ne ha bisogno, né l’Udinese che è la società più antirazziale del mondo – spiega l’estremo difensore a Udinese Tonight – Volevo solo sostenere Maignan, che immagino si sia sentito veramente male per questi gravi insulti che gli sono stati rivolti”. Parole sentite di una persona che riconosce di avere “l’esperienza per sapere che comunque vieni attaccato, che tu prenda posizione o meno. Siamo tutti sbalorditi da quanto accaduto, allora ho deciso di scrivere”.

Ciò che è successo “va al di là del calciatore, va a toccare la persona. Può essere che qualcuno ci passi sopra, altri più sensibili si sentono toccati giustamente nell’animo – continua Padelli – Sono fatti che vanno condannati, penso però che questa piaga sociale non vada ricercata tanto nel calcio”. Il numero 93 bianconero articola quindi il discorso, specificando che “lo stadio è solo il terreno dove questi poco di buono si nascondono nel gruppo e si sentono intoccabili. Il discorso va affrontato a monte, con l’educazione e la cultura delle persone. Questi atteggiamenti sono sintomo di una pochezza disarmante”. Nella giornata di ieri il portiere ammette di aver pensato molto alla situazione, provando a immedesimarsi in Maignan: “Io per lui mi sentivo male. Si dice ‘succedono ancora cose del genere nel 2024’, ma questa piaga c’è sempre stata e non so se è una gara che riusciremo a vincere”.

È con lucidità che il 38enne riconosce che tali vicende incresciose “succedono ovunque, dove queste mezze persone si sentono forti e pensano che nessuno possa far loro niente. Il calcio muove talmente tanto pubblico che nel grande numero lo stupido lo trovi. Poi uno che fa queste cose è già uno di troppo. Nessuno ha il diritto a usare termini del genere”. Padelli su richiesta passa poi ad analizzare i tanti punti persi nei minuti conclusivi di gara dai bianconeri. “Non so cosa ci succeda, se lo sapessi potrei fare qualcosa – sorride a mezza bocca – Credo sia un fattore psicologico che ci porta a mancare il risultato che meritiamo, perché spesso lo meritiamo”. I giocatori, assicura, sono “ben consci della situazione e i primi a esserne dispiaciuti”.

Arrivati a pochi giri di lancette dal fischio finale, prosegue il portiere, “pare subentri un po’ di pesantezza. Non parlo del punto di vista fisico, perché le partite le aggrediamo e le finiamo molto bene, ma di testa: ci rendiamo conto dell’importanza di questi punti e magari subentra il tarlo che qualsiasi errore poi non sia più recuperabile. E se cominci a pensare all’errore, poi lo fai”. Col Milan “ce la siamo giocata bene, come l’avevamo preparata. Deve radicarsi dentro di noi il pensiero che siamo una squadra forte. Non ho paura di dirlo. Se non hai del valore non metti sotto squadre sulla carta più forti e attrezzate di te”. In allenamento “nessuno molla un secondo, siamo un gruppo di persone che lavora e rappresenta il suo territorio” e Padelli garantisce che “la notte andiamo a dormire con la rabbia. Parlare di sfortuna costituirebbe un alibi e non va bene, poi però bisogna essere onesti: non ricordo per noi episodi di clamorosa buona sorte o partite conquistate in modo immeritato”.