
Questo lunedì sulla poltrona di Udinese Tonight si è seduto Maduka Okoye. Con il portiere bianconero si è parlato del momento della squadra, del suo rientro dall’infortunio, delle sue parate e di cosa deve fare l’Udinese in vista della partita contro il Torino.
La puntata si apre con una parentesi dedicata al basket, vista la promozione in A1 dell’APU. Anche Okoye si è sentito coinvolto dalla gioia che si respira in città: “Mi piace il basket e faccio il tifo per l’APU. Sono contento di questa promozione”.
La puntata si apre con una parentesi dedicata al basket, vista la promozione in A1 dell’APU. Anche Okoye si è sentito coinvolto dalla gioia che si respira in città: “Mi piace il basket e faccio il tifo per l’APU. Sono contento di questa promozione”.
Si passa poi a parlare dell’Udinese, reduce dalla sconfitta contro il Milan: “Dopo quattro partite senza vittorie non siamo contenti, ma questo è il calcio: si vince e si perde, fa parte del gioco. Ora guardiamo alla prossima partita, che è un’opportunità per tornare finalmente a fare tre punti”. Okoye non cerca scuse per questi ultimi risultati: “Sicuramente ci manca Thauvin, è il nostro capitano ed è un giocatore fortissimo, ma dobbiamo essere in grado di vincere anche senza di lui”.
Non tutto, secondo il portiere, però è da buttare: “Nello spogliatoio ora vedo rabbia, ma abbiamo fatto anche delle cose positive in queste partite e dobbiamo prenderle con noi per il prossimo incontro”. Okoye e i suoi compagni vogliono ripartire per difendere il decimo posto: “L’obiettivo è la parte sinistra della classifica, ma dobbiamo riprendere il nostro percorso”.
Ora l’obiettivo sono i 50 punti e il decimo posto, ma c’era secondo Okoye la possibilità di sognare qualcosa di più? “Io ragiono partita per partita, non ho mai veramente sognato l’Europa. Procedo sempre passo dopo passo, poi ho avuto anche quell’infortunio a rallentare le cose”. Il portiere, infatti, è rimasto fermo da inizio dicembre a inizio marzo per un infortunio al polso: “Stare fuori non è facile, un giocatore vorrebbe sempre giocare. Tre mesi sono stati tanti, ma io sono rimasto sempre concentrato sul calcio e sono tornato con una buona forma. Nel calcio è importante essere forti mentalmente”. Tornare in campo, al contrario, è stato molto facile: “Il rientro è stato naturale, il calcio è la mia vita”.
Contro il Milan Okoye ha subito quattro reti: “Il secondo gol è quello che mi ha dato più fastidio. Forse era fallo, ma io lì devo uscire. Potevo fare di più, sono i miei cinque metri quelli”. Ritiene invece di aver fatto tutto il possibile sulla punizione di Duda dell’Hellas Verona, scelta poi come gol del mese di marzo dalla Lega Serie A: “Era molto difficile da prendere. La palla è passata tra Lucca e Bravo e l’ho vista solo alla fine, lì ho fatto tutto il possibile ma aveva calciato molto bene. Forse potevo partire da una posizione diversa, ma sarebbe cambiato poco”.
Finita la partita, Okoye la rivive sempre nella sua testa: “Ripenso sempre agli errori quando arrivo a casa, ma anche alle belle partite in realtà”. Belle partite come quella di Roma contro la Lazio, al rientro dall’infortunio: “La mia parata più bella e difficile è stata quella su Zaccagni contro la Lazio. La calcia bene, bassa e forte”. Sull’altra sponda di Roma, invece, c’è il giocatore che ha messo più in difficoltà il portiere bianconero da quando è in Italia: “Dybala. Lo scorso anno (in Udinese-Roma 1-2, ndr) è entrato in campo e ha cambiato la partita”.
Ma cosa studia un portiere quando deve affrontare un attaccante così? “Il portiere studia tante cose degli avversari, è un ruolo speciale e non si tratta solo di parare. Con Sergio (Marcon, ndr) e Kris (Stergulc, ndr) abbiamo due mister molto bravi, mi aiutano tanto ogni giorno”. Anche con gli altri tre portieri in squadra il rapporto è positivo: “Noi portieri siamo un bel gruppo, è bello che sia così per me. È sempre un grande piacere allenarsi con loro”.
A quasi ventisei anni, queste per Okoye possono essere le stagioni della consacrazione: “Mi sento molto bene, ma non sono ancora arrivato al mio top, ci sono tante cose che devo imparare. Al momento sto bene fisicamente e mentalmente, sono in fiducia”. Anche nello spogliatoio ormai è una presenza importante, anche se non rumorosa: “Io sono un tipo tranquillo. Uno di quelli che alza di più la voce è Solet”. Il francese, “fortissimo” secondo Okoye, è uno dei compagni che il portiere si trova sempre davanti, che si giochi a tre o a quattro. Su cosa sia meglio, il bianconero non si espone: “È una domanda per il mister questa”.
Infine, un messaggio per i cuori bianconeri in vista del Torino: “Ai tifosi dico che torneremo in campo più forti e che lunedì faremo tre punti”.