All’indomani della sconfitta di Como, l’ospite di Udinese Tonight è stato Jesper Karlstrom. Con lui si è parlato proprio della partita di lunedì, del suo arrivo in Serie A e all’Udinese, dei suoi successi in carriera e anche della sua vita a Udine.
Il primo argomento è, inevitabilmente, la sconfitta di lunedì: “Abbiamo giocato male, abbiamo iniziato la partita molto male e abbiamo fatto tanti errori, prendendo dei gol facili. Il Como ha avuto più intensità, sono una squadra forte, brava con il pallone, mentre noi non abbiamo tenuto il nostro livello abituale. Contro l’Atalanta avevamo giocato molto bene, con intensità e concentrazione: vorremmo giocare sempre così, ma il calcio è fatto di tanti piccoli dettagli. Ora dobbiamo guardare avanti, abbiamo analizzato la partita e contro la Roma dobbiamo metterci un impegno e una concentrazione diversi. Sono sicuro che faremo una bella partita”. Karlstrom non sa però dire cosa non abbia funzionato al Sinigaglia: “È difficile spiegare cosa sia andato storto. Vogliamo, come ogni squadra, giocare sempre bene, ma siamo una squadra giovane e siamo nel mezzo di un percorso. Vogliamo crescere, sono certo che ce la faremo, vogliamo giocare sempre – in casa e in trasferta – come contro l’Atalanta. Dobbiamo ragionare partita per partita, contro il Como era il momento di dimostrare che la nostra posizione in classifica non è un caso ma non ci siamo riusciti”.
Il centrocampista svedese è arrivato in estate dal Lech Poznan: “In Polonia ho giocato tante volte contro Runjaic e ho sempre vinto, è stato lui a chiamarmi qua a Udine. Giocare in Serie A è sempre stato un mio sogno, anche perché mio nonno è di Venezia. L’Udinese è stata la prima squadra italiana a cercarmi”. A Udine Karlstrom si è subito ambientato: “Ho fiducia in me stesso, provo sempre a giocare nello stesso modo. In carriera tutti i miei obiettivi li ho raggiunti con il duro lavoro. A 29 anni forse è tardi per arrivare in Serie A, ma sono felice di avercela fatta. Il livello è alto, ci sono molti giocatori forti e stadi importanti come San Siro”. E parla già anche l’italiano: “In questi mesi ho studiato l’italiano assieme a Ekkelenkamp. Sono più bravo io però (ride, ndr)”.
Karlstrom è uno dei giocatori a cui Runjaic non rinuncia mai, che il centrocampo sia a tre o a due: “Non trovo grosse differenze, ma quando giochiamo a tre e sto in mezzo ho dei compiti più difensivi, anche se a volte salgo se pressiamo, ma quando giochi a due entrambi i centrocampisti hanno gli stessi compiti. Non ho una preferenza tra i due sistemi, ma a tre ho più responsabilità difensive, che a due sono spartite tra entrambi i giocatori”.
In carriera il centrocampista svedese ha vinto due campionati: “Vincere un campionato è la cosa migliore possibile. Mi è capitato sia in Svezia che in Polonia, è stato bellissimo. Soprattutto in Svezia, perché io sono di Stoccolma e l’ho vinto con il Djurgarden, che è la squadra che andavo a vedere allo stadio. È stata la cosa più emozionante della mia carriera assieme all’esordio in nazionale”. Ora divide lo spogliatoio con un altro giocatore che di vittorie se ne intende: “Sanchez è molto simpatico. È un grande giocatore, è bello giocare con lui”.
La strada per arrivare a questi successi, e alla Serie A, è però stata lunga: “Ho iniziato a giocare a calcio a sei anni, ho sempre voluto fare il calciatore ma da piccolo non pensavo lo sarei diventato. Giocavo in una academy importante, ma ero assolutamente nella media. È stato un lungo percorso per arrivare qui, sono migliorato più tardi”.
Infine, uno sguardo alla vita di Jesper Karlstrom a Udine, dove vive con la sua ragazza: “La mia ragazza è svedese come me, l’ho conosciuta un anno e mezzo fa. Ora anche lei è a Udine e viviamo assieme al nostro nuovo cane Bruno. È un maltipoo nero e bianco. Udine mi piace, è piccola. C’è differenza con Stoccolma, che è una grande città. Mi piace camminare in centro con Bruno, faccio spesso delle passeggiate con lui. Udine è anche vicina a tante cose, sono già stato sia al mare che in montagna. Mi piacciono molto anche i tifosi dell’Udinese, sono delle belle persone. Gli chiedo scusa per la partita di Como”.