Tanta paura, poi il sollievo. Grande spavento ieri per il malore di Evan Ndicka che ha portato all’interruzione della sfida tra Udinese e Roma a 20 minuti dalla fine e sul punteggio di 1-1. Il centrale giallorosso ora è fuori pericolo, ma l’ansia è stata tanta per chi era allo stadio. Tra i presenti anche Enzo Ebosse, che col difensore dei capitolini ha condiviso un pezzo di carriera. “Lo conosco bene, anche se ora ci sentiamo meno. Abbiamo giocato nell’Under 16 della Francia insieme, poi lui è andato in Germania mentre io sono rimasto lì – dice il centrale bianconero, che racconta le sensazioni provate poco più di 24 ore prima – Sappiamo che una cosa del genere può succedere a tutti, ma quando lo vedi accadere dalla tribuna non ci pensi. Stai seduto e vedi che il portiere chiama i soccorsi, che tutti entrano in campo, che De Rossi si avvicina al personale sanitario e ti fa capire che la situazione può essere peggiore di quanto credi”.
Portato fuori in barella, Ndicka non ha però perso conoscenza nell’uscita dal campo da gioco e “abbiamo capito che non fosse troppo grave, meglio così”. Chi è rimasto al fianco del giallorosso in ospedale è stato Hassane Kamara, contattato a più riprese da Ebosse. “Già ieri sera ci aveva detto che stava bene, lo stesso stamattina. Ora è tornato a Roma. Siamo tutti contenti per lui e che possa rivedere la sua famiglia”, continua l’ospite di Udinese Tonight. Nel corso dell’allenamento odierno al Bruseschi la squadra ha preferito non parlare di quanto accaduto, a differenza di ieri: “Alcuni compagni sono andati nello spogliatoio ospite. Sono cose che ti avvicinano anche tra avversari, non c’è più rivalità”. Un evento del genere “è l’ultima cosa a cui puoi pensare, perché sennò non entri più in campo”, si concede una battuta il bianconero.
Ebosse passa poi a rassicurare sulle sue condizioni. Il 25enne ha superato la prima parte del recupero dall’infortunio al crociato patito col Cagliari lo scorso settembre e assicura che questa sarà “l’ultima settimana prima di riprendere ad allenarmi con la squadra. Sto facendo ciò che posso per tornare questa stagione. All’inizio sarà impegnativo, ma mi riabituerò presto ai ritmi”. Rientrare dopo sette mesi, giocare pochi minuti e poi rifarsi male non è stato semplice. “Ciò che è successo a Cagliari ha reso questo periodo il più difficile della mia vita – ammette – ma il calcio è così. Lo pratico da quando ho sei anni e vivo per questo, penso che da ora in poi la mia carriera sarà molto migliore. Mi sento più forte rispetto a prima”.
Il prossimo appuntamento sarà in trasferta con l’Hellas Verona, “una partita molto importante per tutti e nella quale dobbiamo fare risultato. Il campionato non finirebbe se dovessimo perdere, ma siamo tutti concentrati a fare bene”. I tanti punti persi negli ultimi minuti non fanno piacere a nessuno, ribadisce il difensore come già fatto in altre occasioni: “Capiamo la rabbia dei tifosi, dispiace anche a noi aver perso o pareggiato partite che sembrava potessimo vincere fino a pochi istanti dalla fine. Eppure siamo ancora qui a lottare – commenta – È una stagione difficile per noi e per i tifosi, ma può capitare nel calcio. In questi momenti dobbiamo essere tutti uniti per raggiungere il risultato migliore possibile. L’obiettivo è rimanere in Serie A”.