Jaka Bijol sta per tornare. Il difensore ha ripreso ad allenarsi oggi con la squadra, ma ha già avuto modo di riassaporare ‘in anteprima’ il manto del Bluenergy Stadium in occasione della gara con la Salernitana. Non per giocare, ma per ricevere la Zebretta d’oro come riconoscimento per le ottime prestazioni della scorsa stagione. Il premio, assegnato dall’Associazione Udinese Club al miglior giocatore bianconero, è stato conquistato dallo sloveno in modo quasi plebiscitario. Adesso è in procinto di riprendere le redini della retroguardia dopo “un periodo difficile, come lo è per ogni giocatore quando subisce un infortunio così. Però mi sono allenato per tornare il prima possibile. Oggi ho lavorato con il gruppo, è stata dura ma mi sono sentito bene”. I giocatori sono consci della situazione in classifica, “tra compagni ne parliamo tanto e ci chiediamo ogni giorno cosa fare per migliorare e ottenere una vittoria importante – racconta – È difficile dire cosa ci succede, so solo che vedo una squadra che si allena sempre al 100%. Per questo mi dispiace non regalare i tre punti ai tifosi”.
Il pareggio di sabato contro i campani ha confermato che “ci sono tanti momenti in una stessa partita, in alcuni si gioca bene e in altri male. Quando succede tutti insieme dobbiamo fare un salto importante”. E il 25enne non ha dubbi che questo salto l’Udinese possa riuscire a farlo: “Sono sicuro che ci salveremo, abbiamo le qualità e la motivazione per fare buoni risultati nelle prossime partite. Ci salveremo – ripete Bijol – non vedo come potremmo andare in Serie B, siamo una squadra vera. Non ho paura”. L’ultimo match giocato dal centrale risale a quello contro la Roma del 26 novembre scorso. “Non mi sono accorto subito di essermi infortunato gravemente – ammette – Non c’è stato un momento in cui ho pensato di essermi rotto, ma dopo la partita, insieme dottori, ce ne siamo resi conto. Nel calcio succede”. Il lato positivo è “non aver avuto tanti problemi prima di questo, sono pronto per il finale di stagione e per gli Europei con la nazionale”. Tutto ciò ovviamente senza forzare: “Sono il primo a dire che in campo devo avvertire buone sensazioni, quando non sono certo al 100% di me non ha senso giocare – afferma con grande lucidità – anche perché i miei compagni sono molto bravi e non sarebbe giusto nei loro confronti”.
Proprio quelli che chiama con orgoglio “i miei compagni” hanno dato il massimo “e giocato bene diverse partite. C’è stato qualche momento in cui le cose non sono andate bene, ma mancano 11 gare – ricorda – Gli errori che abbiamo commesso non sono di campo, ma di testa, e questa cosa non si può allenare in campo”. Lui che di sbagli dovuti alla mancanza di concentrazione non ne ha mai commessi si dice “orgoglioso di ricevere la Zebretta d’oro, mi dà motivazione per andare avanti. Ho sentito troppe cose buone oggi e domani dovrò fare due allenamenti per tornare forte come prima”, commenta ridendo. Pur non essendoci ancora una data precisa per il rientro, “contro la Lazio aiuterò la squadra come potrò, anche se da fuori. Valuteremo il da farsi nei prossimi allenamenti, ma manca poco. Voglio tornare anch’io il prima possibile”. L’ultimo commento è un elogio al collega Nehuen Perez: “Ha fatto molto bene tutta la stagione, c’è stata tanta pressione su di lui e voglio ricominciare presto ad aiutarlo”.