03 settembre 2021
03 settembre 2021

Franco Collavino intervistato da Stadionwelt

Il nostro Direttore Generale si è soffermato sulla riapertura della Dacia Arena con il prestigioso sito tedesco

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La Dacia Arena è un’eccellenza riconosciuta in tutto il mondo e costituisce un vero e proprio modello.
 In occasione della riapertura degli stadi in Italia,  la prestigiosa testata tedesca Stadionwelt ,specializzata in materia di stadi, ha intervistato il nostro Direttore Generale Franco Collavino per soffermarsi sul ritorno dei nostri tifosi allo stadio ed anche su tutte le attività di hospitality e Udinese Club House connesse con la riapertura in piena sicurezza. Il tutto senza dimenticare i progetti di sviluppo costante della Dacia Arena che la rendono viva 365 giorni all’anno.

Direttore, dopo tanto tempo avete potuto accogliere un numero maggiore di tifosi all’inizio di questa stagione. Quanto è importante questo?

“E’ fondamentale. Il calcio è lo sport di massa per eccellenza, la sua natura è legata alla passione popolare. Un campionato e mezzo vissuto a porte chiuse aveva anestetizzato l’essenza stessa di questo sport. Abbiamo immediatamente potuto constatare -  in positivo - il brivido che ci ha regalato recuperare in quel modo una partita come quella contro la Juventus: ha avuto un gusto doppiamente speciale arrivare a quel risultato alla prima con i nostri tifosi nuovamente alla Dacia Arena, risultato sublimato, poi, dalla vittoria ottenuta contro il Venezia.
 Poi, oltre all’aspetto sportivo, c’è quello societario: riavere il pubblico allo stadio ci ha consentito di riattivare anche tutte le nostre attività di hospitality con sponsor e partner e lo abbiamo fatto nella massima sicurezza per ridare impulso ad un circuito estremamente penalizzato dalla pandemia che ha inciso sulla vita ed anche sulle casse dei club”.

Dal punto di vista economico quanto elevate sono state le perdite per ciascuna gara giocata a porte chiuse?

“Allora, è difficile avere un quadro di insieme dettagliato considerando anche le implicazioni commerciali, soffermiamoci, quindi, soltanto sui ricavi da botteghino.
 In tal senso, il mancato guadagno netto è ammontato a 6 milioni di euro esclusivamente per la stagione 20/21, considerando nel computo la mancata vendita di biglietti, abbonamenti e pacchetti hospitality. Quindi, andando a dividere questa somma per 19 gare interne, il danno economico è quantificabile in circa 300.000 euro per partita”.

In che modalità avete programmato le modalità e i criteri d’accesso per i tifosi per questa stagione considerando la capienza ridotta?

 “Abbiamo deciso di non avviare la campagna abbonamenti. Questa scelta ha due ragioni alla sua base: abbiamo avuto, per la stagione 19/20, uno zoccolo duro di 14.000 abbonati che, con una capienza al 50% della Dacia Arena, non potremmo soddisfare considerando che, al netto dei posti stampa e delle aree hospitality, possiamo accogliere poco più di 10.000 spettatori. La seconda, sta nelle norme in essere: in caso di un non auspicabile ritorno della nostra Regione in zona gialla, secondo il decreto attualmente in vigore, la capienza della Dacia Arena sarebbe ridotta ad appena 2.500 spettatori e, ciò, ci costringerebbe ad una selezione con logica escludente che non fa parte della nostra filosofia.
 Per questo motivo, abbiamo scelto, augurandoci un tempestivo ritorno alla piena capienza, di procedere alla vendita dei biglietti partita per partita riconoscendo sempre dei vantaggi ai nostri ex abbonati a cui garantiamo prelazioni e, soprattutto, tariffe esclusive loro dedicate oltre, ovviamente, alla possibilità di capitalizzare il voucher di rimborso per le gare non godute della stagione 19/20 per acquistare i tagliandi”.


Teme un nuovo lockdown?

“Cerchiamo sempre di essere ottimisti e confidiamo, innanzitutto, nel buon senso dei cittadini ma anche nel progredire incessante della campagna vaccinale che ci garantisce via via un progressivo ritorno alla normalità. A tal proposito, mi auguro vivamente che con il green pass possiamo arrivare quanto prima ad una riapertura totale degli impianti nel pieno rispetto delle norme di sicurezza”.

Quale percentuale di riempimento  della Dacia Arena vi garantisce la sostenibilità finanziaria minima?
 
“Non si tratta esclusivamente di una proporzione diretta tra sostenibilità finanziaria dell’organizzazione di una partita e capienza concessa. Sicuramente, lo ribadisco, guardiamo alla totale riapertura come una necessità per tutto il sistema calcio e le conseguenti implicazioni anche economiche ma, al momento, si tratta già di un primo passo importante avere la capienza al 50% quantomeno per avere assicurata una copertura dei costi di gestione, comunque, ingenti che comporta una partita di Serie A”.

 

 
Quali misure avete adottato per garantire la sicurezza degli spettatori?

“Innanzitutto, attraverso I nostri canali ufficiali e i social media, abbiamo sensibilizzato e informato i nostri tifosi di tutto ciò che serve per accedere alla Dacia Arena a partire, naturalmente, dal green pass ma anche le procedure di accesso con la rilevazione della temperatura. Abbiamo provveduto a realizzare un tutorial con tutti gli step da compiere per entrare allo stadio senza alcun inghippo o coda e garantiamo il rispetto delle norme di sicurezza attualmente in essere. Parallelamente abbiamo dotato tutti i nostri steward di tablet in grado di scannerizzare istantaneamente e senza lungaggini - con app apposite - i green pass, sensibilizzando all’utilizzo di quello digitale per snellire ulteriormente le procedure”.

Avete sviluppato anche un nuovo modello di Hospitality compatibile con le nuove misure di sicurezza?

“Innanzitutto, sottolineo, che come da nostra tradizione abbiamo voluto offrire il massimo confort e la costante ricerca dell’eccellenza . Per questo, abbiamo continuato ad offrire ai nostri partner i servizi top ai quali erano abituati prima del Covid, ovviamente garantendo la distanza interpersonale ed il rispetto delle vigenti normative. Naturalmente, per certi versi si è trattata di una nuova sfida, e l’abbiamo colta, diversificando l’offerta e continuando ad offrire agli ospiti un servizio ristorante, quello a buffet ma anche predisponendo appositi dinner o lunch box consegnati direttamente al posto in massima sicurezza”

 
Può spiegarci la Sua idea di utilizzo della Dacia Arena 365 giorni all’anno?

“La nostra natura è quella di essere creativi ed esplorare sempre nuovi orizzonti dentro e fuori dal campo per sviluppare nuovi progetti. Apparteniamo ad un territorio piccolo ma che siamo  fieri di rappresentare in tutto il mondo con un club in serie A da 27 stagioni consecutive e, in quest’ottica, vogliamo che la Dacia Arena rappresenti un punto di riferimento per tutta la comunità al di là del solo matchday. Siamo stati i primi, insieme alla Juventus, ad intuire le potenzialità di un impianto vivo 365 giorni all’anno con attività collaterali da sviluppare. Il nostro obiettivo è far si che la Dacia Arena sia un incubatore di nuove idee in grado di supportare anche i ricavi societari. Abbiamo reso la Dacia Arena un business e convention center di rilievo nazionale ed internazionale organizzando eventi di grande importanza che vogliamo riattivare sfruttando la riapertura degli stadi. Ne abbiamo già dato prova a luglio, quando, in collaborazione con il nostro storico partner Dacia (main sponsor più longevo della Serie A), abbiamo rilanciato la nostra sinergia e svelato il nuovo logo di Dacia contestualmente all’unveiling del nostro away kit 21/22.
 Ma la Dacia Arena è anche tanto altro, abbiamo dei progetti di costante espansione per realizzare un centro medico, ristoranti e tanti altri servizi ed attività, augurandoci che l’iter burocratico con le istituzioni progredisca rapidamente.
 Ci teniamo, però, come sempre a veicolare messaggi positivi e, in quest’ottica, la Dacia Arena è centrale nell’attuazione della green policy che abbiamo varato già da qualche anno e continueremo a sviluppare sempre di più come club. Il primo target che ci siamo fissati, infatti, è stato proprio quello di una Dacia Arena co2 Free grazie anche alla partnership con Bluenergy”.