Oggi Pierpaolo Marino, Responsabile dell'Area Tecnica dell' Udinese, compie 67 anni. Nato ad Avellino il 30 agosto 1954, è uno dei più grandi esperti del calcio italiano coltivando ben presto la passione per questa disciplina sportiva in qualità di arbitro a livello giovanile.
La sua competenza, la sua spiccata intelligenza non sono sfuggite all'allora padrone dell'Avellino, Arcangelo Japicca che lo ha inserito nell'organigramma dirigenziale della società irpina in qualità di suo consulente. Era l'estate del 1977, Marino aveva 22 anni per poi meritarsi anche la stima e la fiducia del nuovo presidente degli irpini, Antonio Sibilia. Dal 1980 Marino è il Ds del club campano che approda alla serie A; al termine della stagione 1983-84 viene premiato con il Guerin d'Oro quale miglior dirigente calcistico emergente del nostro calcio e due anni dopo lo vuole al Napoli Corrado Ferlaino dando vita con il Dg Italo Allodi ad un binomio dirigenziale che protagonista per l'allestimento di una di una squadra che nel 1986-87 vince scudetto e Coppa Italia.
Poi le strade si dividono, nel Napoli approda Luciano Moggi, Marino si trasferisce alla Roma in un momento delicato (dal punto di vista finanziario) per le sorti del calcio giallo rosso dopo i fasti di inizio anni '80. Ma la competenza di Marino sarà determinante per consentire alla Roma di essere sempre protagonista. Nel frattempo l'Avellino è retrocesso in B, la situazione economica finanziaria della società irpina è delicata, c'è il rischio del fallimento. C'è una nuova proprietà, ma c'è anche il rischio che il club non possa iscriversi alla serie B. Marino non è insensibile ai problemi che travagliano il club della sua città natale, gli viene proposta la presidenza del sodalizio che accetta e la sua competenza gestione consente alla squadra di sfiorare addirittura la promozione in serie A.
Due anni dopo la carriera di Marino prosegue al Pescara tra alti e bassi, infine a fine marzo 1998 è chiamato da Gianpaolo Pozzo a sostituire il Ds Carlo Piazzolla che si trasferisce alla Roma. Una mossa azzeccata quella del patron friulano. Marino rimane in Friuli sino al 31 agosto 2004, proprio quel giorno, dopo ore di trattative complesse, riesce a portare a Udine tre giocatori dell'Empoli, i difensori Manuel Belleri ed Emilson Cribari, soprattutto l'attaccante Totò Di Natale. Poi torna a Napoli. C'è da rifondare il club nel frattempo fallito e rilevato da Aurelio De Laurentiis. L'operazione "rinascita Napoli" va a buon fine, in tre anni la squadra partenopea rientra nell'Olimpo del calcio. Nel settembre 2009 avviene la rescissione consensuale del contratto tra Napoli e Marino che nel 2011 diventa il Direttore Generale dell'Atalanta incarico che mantiene sino al 2015. Infine dal luglio del 2019 è nuovamente in Friuli per sostituire Daniele Pradè quale Responsabile Tecnico dell'Udinese.
La sua competenza, la sua spiccata intelligenza non sono sfuggite all'allora padrone dell'Avellino, Arcangelo Japicca che lo ha inserito nell'organigramma dirigenziale della società irpina in qualità di suo consulente. Era l'estate del 1977, Marino aveva 22 anni per poi meritarsi anche la stima e la fiducia del nuovo presidente degli irpini, Antonio Sibilia. Dal 1980 Marino è il Ds del club campano che approda alla serie A; al termine della stagione 1983-84 viene premiato con il Guerin d'Oro quale miglior dirigente calcistico emergente del nostro calcio e due anni dopo lo vuole al Napoli Corrado Ferlaino dando vita con il Dg Italo Allodi ad un binomio dirigenziale che protagonista per l'allestimento di una di una squadra che nel 1986-87 vince scudetto e Coppa Italia.
Poi le strade si dividono, nel Napoli approda Luciano Moggi, Marino si trasferisce alla Roma in un momento delicato (dal punto di vista finanziario) per le sorti del calcio giallo rosso dopo i fasti di inizio anni '80. Ma la competenza di Marino sarà determinante per consentire alla Roma di essere sempre protagonista. Nel frattempo l'Avellino è retrocesso in B, la situazione economica finanziaria della società irpina è delicata, c'è il rischio del fallimento. C'è una nuova proprietà, ma c'è anche il rischio che il club non possa iscriversi alla serie B. Marino non è insensibile ai problemi che travagliano il club della sua città natale, gli viene proposta la presidenza del sodalizio che accetta e la sua competenza gestione consente alla squadra di sfiorare addirittura la promozione in serie A.
Due anni dopo la carriera di Marino prosegue al Pescara tra alti e bassi, infine a fine marzo 1998 è chiamato da Gianpaolo Pozzo a sostituire il Ds Carlo Piazzolla che si trasferisce alla Roma. Una mossa azzeccata quella del patron friulano. Marino rimane in Friuli sino al 31 agosto 2004, proprio quel giorno, dopo ore di trattative complesse, riesce a portare a Udine tre giocatori dell'Empoli, i difensori Manuel Belleri ed Emilson Cribari, soprattutto l'attaccante Totò Di Natale. Poi torna a Napoli. C'è da rifondare il club nel frattempo fallito e rilevato da Aurelio De Laurentiis. L'operazione "rinascita Napoli" va a buon fine, in tre anni la squadra partenopea rientra nell'Olimpo del calcio. Nel settembre 2009 avviene la rescissione consensuale del contratto tra Napoli e Marino che nel 2011 diventa il Direttore Generale dell'Atalanta incarico che mantiene sino al 2015. Infine dal luglio del 2019 è nuovamente in Friuli per sostituire Daniele Pradè quale Responsabile Tecnico dell'Udinese.