
Questa settimana sulla poltrona di Udinese Tonight si è seduto Arthur Atta. Con il numero 14 bianconero si è parlato dell'ottima prestazione di squadra proposta contro la Lazio, del suo ambientamento a Udine e di quello che gli chiede mister Runjaic sul campo.
“Lunedì abbiamo giocato un’altra bella partita, contro un avversario forte" esordisce Atta. "Potevamo vincerla, ma a volte nel calcio è meglio accontentarsi di un punto che tornare a casa con zero”. Contro la Lazio, i bianconeri hanno cambiato di nuovo modulo, ma senza rinunciare al loro modo di giocare: “Lavoriamo bene con entrambi i moduli, siamo pronti a giocare con tutti e due, tutti sanno ciò che devono fare in campo. Il mister ha le sue idee, a lui piace avere la palla e giocare in transizione. Quando guardate le nostre partite vedete entrambe queste cose”.
“Lunedì abbiamo giocato un’altra bella partita, contro un avversario forte" esordisce Atta. "Potevamo vincerla, ma a volte nel calcio è meglio accontentarsi di un punto che tornare a casa con zero”. Contro la Lazio, i bianconeri hanno cambiato di nuovo modulo, ma senza rinunciare al loro modo di giocare: “Lavoriamo bene con entrambi i moduli, siamo pronti a giocare con tutti e due, tutti sanno ciò che devono fare in campo. Il mister ha le sue idee, a lui piace avere la palla e giocare in transizione. Quando guardate le nostre partite vedete entrambe queste cose”.
Da subito mister Runjaic ha parlato con Atta e gli ha dato fiducia: “Quando sono arrivato il mister e Inler mi hanno subito detto che il mio inserimento sarebbe stato graduale, in modo da poter capire il calcio italiano, ho subito sentito la fiducia del mister e della società. Runjaic mi chiede di giocare il mio calcio, di essere sempre disponibile per i compagni e di rispettare l’equilibrio della squadra”.
Arthur Atta è arrivato a Udine in punta di piedi, sul finale del calciomercato estivo: “L’Udinese mi ha chiamato negli ultimi minuti di mercato. Non sapevo mi stessero seguendo, è successo tutto in fretta, ma è un club che è in Serie A da trent’anni, non ho avuto bisogno di riflettere prima di accettare”. Quando è stato preso, era considerato un centrocampista centrale, ma ora si sta disimpegnando con ottimi risultati largo a destra: “Ormai non so nemmeno io dove gioco meglio. Il mister mi ha chiesto di giocare largo e io ho risposto presente, perché per me l’importante è giocare. Non saprei dire se assomiglio a qualche altro giocatore, quando ero piccolo il mio idolo era Cristiano Ronaldo”.
Giunto a Udine, Atta ha trovato diversi giocatori che parlano francese pronti ad aiutarlo: “Thauvin, Kamara e Kabasele mi hanno aiutato tanto. Kabasele è un esempio, lo vedo sempre lavorare duro, mi dà molti consigli; anche Thauvin mi aiuta con il suo esempio, lavora sempre bene, ha un grande piede sinistro, con lui ho parlato tanto fin da subito. Devo ringraziarli per avermi aiutato ad ambientarmi”.
Fin da piccolo Atta sognava di diventare calciatore: “Ho iniziato a giocare a cinque anni e sono felice e orgoglioso di essere arrivato fin qui. Mio papà è stato un calciatore professionista, ma solo per pochi anni a causa degli infortuni, però è rimasto nel mondo del calcio e ora lavora al Metz. È lui ad avermi trasmesso la passione per il calcio e mi ha sempre sostenuto”.
Come a molti altri bianconeri, Udine piace anche al centrocampista francese: “È una città piccola ma bella. La gente è simpatica, quando vinciamo sono contento per noi ma anche per i nostri tifosi, sono molto importanti”.
Infine, uno sguardo al futuro della squadra e dello stesso Atta: “Ora pensiamo partita dopo partita e vedremo dove arriviamo. Personalmente spero di fare gol, magari già la prossima partita, ho sempre le occasioni per farlo”.