Tanto entusiasmo e ancora più sorrisi sui volti dei ragazzi delle Under bianconere presenti al PalaCUS. Oltre 500 i tesserati, i familiari e gli amici presenti alla festa di Natale organizzata per celebrare il settore giovanile dell’Udinese Calcio. Un’occasione per ritrovarsi tutti insieme prima delle feste e che ha permesso al club di complimentarsi coi suoi rappresentanti più giovani. Il primo intervento della serata è del direttore generale Franco Collavino: “Le feste sono sinonimo di famiglia e noi tuti facciamo parte della grande famiglia Udinese – esordisce – Il nostro compito è quello di scoprire talenti e farli crescere. Quando prendiamo calciatori di qualunque età, però, una delle prime cose che cerchiamo di fare è farli sentire a casa”.
Questo significa che “loro e le loro famiglie possono sentire un’atmosfera calorosa per pensare solo alle cose più importanti per la loro professione, tanto a livello tecnico quanto a livello psicofisico – continua il dirigente, rimarcando il grande apporto che parte fin da casa e continua nelle strutture del club – Grazie ai genitori per il tempo e la dedizione che impiegano nella crescita dei propri figli. Ringrazio anche tutti i gruppi che compongono gli staff del settore giovanile e i nostri partner. C’è tanta professionalità in queste persone e grandissima passione, un aspetto che non bisogna mai trascurare”. Altro fattore importante “è l’attenzione al territorio. Voi ragazzi siete espressione di questo territorio – sottolinea – Ciò crea senso di appartenenza e senso di appartenenza significa avere l’Udinese nel cuore. Ci sono giocatori che hanno fatto il vostro stesso percorso e sono arrivati in prima squadra per fare cose importanti. Vi auguro di poter fare lo stesso”.
Anche Angelo Trevisan, responsabile del settore giovanile, ci tiene a ringraziare “tutti coloro che mi sono vicino, senza di loro non si potrebbe seguire tutti i ragazzi. Ringrazio gli allenatori, gli operatori. Sono molto contento e fiero di far parte di questa famiglia, vorrei che tutti voi che indossate la maglia bianconera foste orgogliosi”. Ci sono infatti, ricorda, “migliaia di bambini in Friuli e voi, circa 230, indossate questa maglia. Non fate stupidaggini, pensate prima alla scuola e poi al calcio – ammonisce, vestendo per un attimo i panni del padre dei piccoli presenti – Dobbiamo crescere tutti insieme per arrivare in Serie A. Chiudo con un augurio per voi genitori: che i vostri figli si divertano. Facciamoli divertire”.
Il responsabile dell’area tecnica Federico Balzaretti si unisce ai concetti già espressi e li rafforza con la voce di chi vive con intensità Udine tutti i giorni per recuperare gli anni in cui non c’era: “Sono qui da pochi mesi, ma la parola famiglia che chi mi ha preceduto ha pronunciato è quello che fotografa questo club. La dedizione, la cura del dettaglio, l’amore che viene messo per ognuno di questi ragazzi difficilmente si trova in giro. Non solo in Italia, ma in Europa – afferma – I vostri ragazzi devono essere contenti e voi genitori altrettanto, perché l’Udinese per i vostri figli dà tutto. Noi cerchiamo di farli crescere il meglio possibile per far sì che i loro sogni si avverino”.
Il dt utilizza il suo passato per lanciare un messaggio che rafforzi il desiderio dei tesserati bianconeri. “Non devono mollare mai, a me sono capitati anni difficili nelle giovanili ma sono riuscito a giocare in Serie A e vestire la maglia della Nazionale – continua – Servono sì talento e passione, ma alla fine in campo si va col cuore. Sono fiero di una cosa in particolare, che nella partita col Cagliari in Coppa Italia siamo stati a un certo punto l’11 più giovane nella storia dell’Udinese. Questo prova quanto ci teniamo a voi. Divertitevi sempre, sognate in grande. Sono in pochi ad arrivare dove vogliono, dovete mettercela tutta. Il fuoco che avete da ragazzini è quello che vi accompagnerà per tutto il vostro percorso”.
Gli ultimi a prendere parola sono i due rappresentanti della prima squadra, David Pejicic e Lorenzo Lucca. Il primo fino allo scorso anno si trovava ai piedi del palco. “Sono arrivato a 13 anni. Anche io ero qua e sognavo di allenarmi e giocare con la prima squadra. Adesso ci sono riuscito e spero che qualcuno mi raggiunga – dice prima di vacillare un attimo per l’emozione – Allenarsi in prima squadra è difficile, ma è bellissimo”. Il compagno di squadra, a quota cinque gol nella sua stagione d’esordio in Serie A, non dimentica di aver “sempre sognato di calcare palcoscenici importanti. Bisogna sognare, come ha detto prima il direttore Balzaretti, perché ti rimane dentro. I ragazzi qui si allenano tutti i giorni e le famiglie fanno sacrifici importanti. Desideravo tanto segnare nel massimo campionato e mi faccio un in bocca al lupo per fare ancora meglio”.