03 febbraio 2020
03 febbraio 2020

Udinese - Inter in pillole

Il report statistico della gara contro i neroazzurri

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Nel posticipo della ventiduesima giornata di campionato l’Inter batte l’Udinese a domicilio per 0–2 grazie alla doppietta di Romelu Lukaku (16 reti, in Serie A). Si tratta del quarantasettesimo successo nerazzurro su 94 precedenti complessivi, in Serie A, completati da 21 vittorie bianconere e infine 26 pareggi. 

La chiave tattica

Tra moduli speculari e incipit tattici piuttosto analoghi l’Udinese ha disputato un’ottima gara contro una squadra d’élite come l’Inter, ha tenuto bene il campo, soprattutto nel primo tempo, producendo non pochi grattacapi alla manovra interista. Gli uomini di Conte, sin dai primi giri di orologio, hanno cominciato a produrre occasioni importanti con Sebastiano Esposito e Christian Eriksen, ma seppur dominanti nel possesso palla (64% al 15’) i nerazzurri hanno risentito della grinta e delle marcature impostate da Gotti, praticamente a zona: Sebastien De Maio fisso su Lukaku per contenere la grande mole atletica del belga, Lasagna e Okaka pronti a chiudere in una morsa Niccolò Barella, nella prima fase del palleggio ospite. I bianconeri nel primo tempo hanno congestionato in maniera eccezionale tutte le trame imbastite dagli avversari con 13 passaggi intercettati (4 di Mandragora e 4 di De Maio totali) e 8 contrasti (il 57% contro il 53% dell’Inter), mentre nella fase di costruzione Mandragora è stato perfetto, LETTERALMENTE, con il 100% di successo nei passaggi eseguiti (28 su 28). Il numero trentotto bianconero è stato coadiuvato alla grande da Fofana, capace di completare 3 key passes, e Rodrigo De Paul, che agendo da raccordo tra le linee è stato il field leader della squadra per distacco, in termini di mole di gioco gestita (8.4% sul 41%). La retroguardia interista, attualmente la migliore in Serie A, con 18 reti incassate, è stata obbligata a completare 11 spazzate, risentendo evidentemente della spinta dei due esterni, Larsen e Sema, con quest’ultimo che ha concluso 4 dribbling su 5 totali, surclassando Victor Moses. Per tutto questo concatenarsi di statistiche individuali la prima metà del match si è incanalata verso una situazione di sostanziale equilibrio e le chiare occasioni da gol sono state realisticamente poche: l’Inter ha gestito il possesso palla (59%–41%), ha superato l’Udinese in termini di precisione del fraseggio (87%–84%), ma i bianconeri non sono stati da meno in quanto al numero di tiri tentati (8–8, 1–2 on target), per coraggio e spirito di iniziativa. Per assurdo la rete del vantaggio interista è arrivata dopo una clamorosa occasione sbagliata da Esposito, e probabilmente nel miglior momento dell’Udinese, che nel primo quarto d’ora del secondo tempo aveva ancorato la squadra avversaria nella propria metà campo. I due cambi di Conte, Brozović e l’ex Sánchez, si sono rivelati decisivi: il croato ha permesso l’avanzamento di Barella, autore dell’assist per il gol dell’1–0 siglato da Lukaku, mentre il cileno è riuscito a procurarsi il rigore del raddoppio. A quel punto della gara Gotti ha inserito Jajalo per Nuytinck e Zeegelaar per Sema, passando dal 3–5–2 al 4–3–1–2, con Rodrigo De Paul sulla trequarti, ma nonostante le due occasioni create da Lasagna (all’82’ e all’84’) i nerazzurri sono riusciti a contenere gli ultimi assalti friulani, portando a casa la vittoria. Diventa una missione estremamente complicata trovare delle lacune in partite simili, contro squadre di un certo livello, che lottano là in alto. Per l’Udinese si tratta della prima sconfitta in casa da quando Gotti è in panchina (2 V e 2 N prima di ieri), ma va ricordato che la squadra bianconera è quella che nei match casalinghi ha guadagnato più punti percentuali di tutti (17 di 27, il 71%). Anche le statistiche finali si fanno testimoni dell’ottima prestazione dei nostri ragazzi: 57%–43% nel possesso palla, 88%–86% nella precisione del fraseggio, 18–16 nei tiri, 9–5 nelle occasioni da gol create e 14–14 nei contrasti. Nella conferenza stampa della vigilia mister Gotti aveva raccontato di un gruppo pronto a mettere in campo tutta la sua qualità, cosa che per ampi tratti è avvenuta. Arriveranno tempi migliori giocando così, e arriveranno i risultati, continuando con questo impegno.

Un Mandragora da battaglia

Tra le idee di Antonio Conte c’era quella piuttosto evidente di congestionare le linee di passaggio sul numero trentotto bianconero, attraverso il costante pressing di Christian Eriksen, ma la prestazione complessiva di Mandragora può essere tranquillamente catalogata come ottima e di temperamento. Non a caso stiamo parlando del terzo calciatore dell’Udinese in quanto a minutaggio (1691, dietro a Juan Musso e Troost Ekong), nonché leader della squadra in termini di chilometri percorsi a partita (mediamente 11.049 per gara). Contro l’Inter il centrocampista napoletano ha amministrato il 4.5% del possesso palla bianconero (43%), attraverso 71 tocchi compiuti e 47 passaggi completati su 48, dunque con un tasso di precisione del 98%. A questo si sommano 21 recuperi in fase difensiva (1 in meno di Stefan De Vrij, field leader del match), 3 contrasti vinti su 4 (75%), 5 passaggi intercettati, 1 spazzata e 1 dribbling riuscito. La CONTROPROVA della sua percentuale di titolarità, oggi pari al 91% (85% del minutaggio totale).