12 luglio 2020
12 luglio 2020

Sema alla Gazzetta

Le parole del centrocampista bianconero alla Gazzetta dello Sport

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Papà e mamma Sema hanno lasciato il Congo per la Svezia quando Ken non era ancora nato. <<Arrivarono li nel 1987 (lui è nato nel '93) a Norrkoping. Cercavano un paese in cui far crescere bene o figli che desideravano. In Congo non era possibile farlo, la situazione era molto dura>>. Oggi Ken Sema non solo ragiona un po' da congolese e un po' da svedese, ma ha visto realizzare l'altro sogno del papà. <<Si sono diventato un calciatore importante. Lui giocava, in Congo ha fatto pure la Serie A. Voleva che io e mio fratello Maic giocassimo, ci ha spinti a farlo>>.

E papà in Svezia che lavoro ha fatto?
<<Il meccanico e mamma le pulizie. Siamo quattro figli, due fratelli e due sorelle. Io sono il più piccolo>>.

Suo fratello è in Svezia ad un buon livello?
<<Si, centrocampista al Norrkoping, ha 31 anni, ma io sono più bravo di lui (e ride ndr)>>.

Lei come è riuscito a farsi largo e ad arrivare fino alla Premier League e alla Serie A?
<<Ho iniziato a giocare a casa a 12 anni. Poi sono andato nei campionati minori, da ragazzino ero un'ala molto offensiva. Ho fatto la seconda e la terza serie svedese. Fino a quando a 23 anni non sono arrivato all'Ostersund e ho avuto la fortuna di fare l'Europa League. Giocammo con l'Arsenal e io feci gol li all'Emirates Stadium. È stata la mia fortuna. Da lì è arrivato il Watford>>.

Ha fatto anche l'Olimpiade del 2016 in Brasile
<< Pensi che giocai contro Troost-Ekong con la Nigeria e Walace vinse quella medaglia d'oro. Oggi sono miei compagni all'Udinese>>.

Com'è la Serie A?
<<Difficile. Ero abituato a giocare offensivo, attaccando con l'uno contro uno, qui bisogna difendere. Ma è un campionato molto bello, mi piace>>

Lei è in prestito dal Watford. E se dovesse scegliere tra Serie A e Premier League?
<<Non sono assillato dall'idea di tornare in Premier. So che sono in prestito, ma penso soltanto a migliorarmi, voglio crescere. Il resto non è importante. Oggi non vedo l'ora di tornare in campo contro la Samp dopo la squalifica>>.

A Udine sta crescendo
<<Con l'allenatore Gotti mi trovo bene, parla tanto con me e mi permette di esprimermi nel modo che preferisco>>.

Lei è uno dei migliori crossatori del campionato. È questo quello che le piace?
<<Si, mi piace tanto. Adoro rifornire gli attaccanti, ma penso anche a segnare, mi esalta fare goal. E ci sono riuscito con Genoa e Sassuolo all'andata>>.

Chi sono i suoi miti?
<<Uno su tutti Zlatan Ibrahimovic. Lui è il fenomeno per eccellenza. Il mio idolo, il numero uno, il top. Ha segnato valanghe di goal. E in Svezia è una leggenda, ho avuto la fortuna di conoscerlo>>.

Gli altri che le piacciono?
<< Hazard, lo ammiro tantissimo. Nel mio ruolo, come giovane, Alphonso Davies del Bayern Monaco è un esterno di grandissima qualità>>.

Un giorno tra i big del ruolo in Europa potrà esserci anche lei che, intanto, è diventato titolare della Svezia
<<Ero in panchina a San Siro nella partita con l'Italia. È stata indimenticabile, intensa. Lo sport è questo: si vince e si perde. Noi li ci siamo difesi. Comunque, si, ora sento la fiducia. Ci spero tanto. Giocare con continuità in Serie A aiuta. La Svezia è un buon gruppo, con giovani forti, penso che potremmo far bene all'europeo. Mi sento spesso con Ekdal, qui in Italia, gran persona>>.

Come avete vissuto la pandemia? Diversamente rispetto a noi?

<<Io non so giudicare e dire chi ha fatto meglio o peggio. So che da noi era tutto aperto, ristoranti, bar, poche mascherine. Ma sono rimasto a Udine>>.

Si trova bene?
<<Non manca nulla all'Udinese. Vivo la città che è molto tranquilla. E ho legato con Stryger Larsen, Teodorczyk, Nuytinck, Troost-Ekong . I nordici>>.

Come lei e la sua Sara
<<Sì lei è svedese. Anche le italiane sono belle, ma il prossimo anno sposserò Sara>>.

Francesco Velluzzi