28 ottobre 2019
28 ottobre 2019

Atalanta-Udinese in pillole

L'analisi della partita disputata ieri pomeriggio a Bergamo

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ATALANTAUDINESE
Il match di ieri pomeriggio, andato in scena al Gewiss Stadium di Bergamo, è stato il settantunesimo scontro diretto nella storia del campionato di Serie A tra l’Udinese e l’Atalanta: lo score aggiornato e complessivo recita 27 successi per i bianconeri, 21 per gli orobici e, infine, 23 pareggi. La squadra di Gasperini ribalta l’iniziale vantaggio bianconero siglato da Stefano Okaka Chuka grazie alla tripletta dell’ex di turno, Luis Muriel, alla doppietta di Josip Iličić e alle firme di Mario Pašalić e Amad Traoré Diallo, attaccante ivoriano classe 2002, al debutto assoluto nella massima serie del calcio italiano.

La chiave tattica
Una partita dal doppio volto, e pressoché speculare sotto il profilo tattico. Sin dalle prime battute di gioco Atalanta e Udinese si sono fronteggiate a viso aperto, impostando un ritmo partita pimpante e votato al pressing alto sui palleggiatori difensivi. Nei primi dieci minuti i bianconeri hanno mostrato un approccio quantomeno incoraggiante, amministrando il 53% del possesso palla e trovando il gol del vantaggio sul negligente disimpegno di Simon Kjaer, esattamente nel momento in cui la squadra orobica iniziava a crescere nella tessitura della manovra, attestandosi al 54% in termini di mole del gioco gestita. Dalla rete del pareggio di Josip Iličić sino all’espulsione di Nicholas Opoku per doppia ammonizione le sorti della gara sono state incerte, attraverso un sostanziale equilibrio: 3 potenziali occasioni da gol per parte, con 2 tiri a testa on target. Il calcio di rigore trasformato da Luis Muriel e l’inferiorità numerica della squadra di Igor Tudor hanno permesso ai padroni di casa di incanalare a proprio favore l’economia della partita: alla fine del primo tempo, infatti, l’Atalanta ha creato altre 6 occasioni (con 3 tiri nello specchio), trovando così anche il 3–1. La compagine bergamasca ha avuto ragione degli avversari nelle statistiche inerenti al possesso palla (54% a 46%) e all’accuratezza del fraseggio, seppur di poco (83%–80%), mentre l’Udinese ha prevalso nelle spazzate difensive (8-3) e nei passaggi intercettati (4 a 3). Con l’ingresso in campo di Pussetto, al posto di Okaka, l’intento era probabilmente quello di sfruttare la velocità in ripartenza, ma gli uomini di Gasperini sono riusciti a prendere pieno controllo della gara, come testimoniano i dati relativi alle zone di azione: il 43% del gioco si è sviluppato nel corridoio centrale, il 40% nella metà campo bianconera ed, infine, il 17% in quella atalantina. L’Udinese ha cercato di colpire maggiormente per vie centrali (41%), nella fase di transizione offensiva, mentre fascia destra e sinistra sono state utilizzate rispettivamente nel 30% e nel 29% delle trame d’attacco. Il predominio orobico si traduce in 24 tiri totali a 7, di cui 13 verso lo specchio presidiato da Musso,e nel 62% di possesso palla, con un tasso di accuratezza dell’87%. Un secondo tempo, dunque, che non rende onore alla buona prima metà di gara giocata dai bianconeri.

Juan Musso, nonostante tutto
Il tabellino della gara recita sette reti incassate, ma l’estremo difensore argentino non ha mai issato bandiera bianca al cospetto delle costanti scorribande dell’attacco atalantino. Nella sua partita Juan Musso ha completato 6 parate totali (3.2 in media ogni novanta minuti) delle quali 4 con respinta in sicurezza e 1 in zona pericolosa. A questi dati si aggiungono il 4.8% di possesso palla gestito con 29 passaggi completati positivamente (su 40 totali), 48 tocchi e 1 key pass. Una giornata da scordare in fretta e furia a causa del pesante passivo subito, ma che tuttavia non deve adombrare la prestazione complessiva del portiere bianconero. 

Stefano Okaka ancora in gol
Il terzo gol in campionato di Okaka apre le marcature al Gewiss Stadium, ma questa volta non basta per mettere in cassaforte altri tre punti, come nelle partite casalinghe contro il Bologna ed il Torino. Grinta, sagacia e sostanza sono gli ingredienti fondamentali nella prestazione fornita dall’attaccante nativo di Castiglione del Lago. Okaka, oltre alla rete, ha amministrato il 2.6% del possesso palla con una precisione dell’86% nel fraseggio (19 passaggi su 22), 1 key pass e 37 tocchi. Probabilmente è il migliore in campo della squadra bianconera, per distacco: 100% di successo nei dribbling (2 su 2) e nei duelli aerei ingaggiati (2 su 2), così come nei contrasti (1, il 100%), a cui si sommano anche due spazzate difensive completate positivamente.