Il portiere bianconero Juan Musso, in diretta su Zoom, ha risposto alle domande dei tifosi.
Penso a dare il massimo per l’Udinese perché è la squadra che mi ha dato la possibilità di giocare la serie A – ha affermato – Una società organizzata e seria, con dei compagni di squadra molto professionali, un bello stadio, una bella città e una tifoseria molto presente. Sono felicissimo di essere a Udine di regalare emozioni ai tifosi bianconeri. Questo club è il top.
Come hai trascorso la quarantena e come è stato l’impatto della ripresa degli allenamenti?
Per quanto riguarda gli allenamenti in casa non sempre è stato facile trovare le motivazioni giuste, ma ce l’ho messa tutta e sono riuscito a mantenere una buona condizione. Sono rimasto stupito da come anche i compagni siano riusciti a presentarsi in forma alla ripresa degli allenamenti in campo: significa che durante il lockdown hanno lavorato bene.
Come ti eri sentito alla notizia della sospensione del campionato?
Un po’ triste perché ero consapevole della diffusione del virus nel mondo, ma non mi aspettavo una interruzione così improvvisa. Poi però mi sono subito dato da fare per allenarmi al meglio nel modo in cui ci era concesso.
Cosa ti è mancato di più durante questo periodo?
Le partite. Amo soprattutto giocare alla Dacia Arena, sapendo che di avere tutto il sostegno di famiglia e tifosi ti spinge ancora di più a cercare di fare risultato.
Ora si va verso la ripresa del campionato a porte chiuse.
Come calciatore mi piacerebbe tornare in campo, ma non è bello giocare senza pubblico. Sappiamo che i tifosi ci sosterranno comunque in ogni modo e speriamo di ripagarli con delle gioie in questo momento molto difficile per tutti.
Quali sono le difficoltà nel fare il portiere in serie A?
Tutte le squadre hanno attaccanti molto forti e bisogna fare attenzione in ogni momento, anche un solo attimo di distrazione può punirti. Bisogna conoscere a fondo le caratteristiche di ogni avversario.
Cosa ne pensi di mister Gotti e del suo metodo?
Sono molto contento che sia il nostro mister, un grande studioso del calcio che ha sempre le idee chiare e conosce benissimo la serie A. Tutta la squadra gli vuole bene.
Il giocatore con cui hai legato di più nello spogliatoio?
Con De Paul, anche lui argentino, avevo un ottimo rapporto ancora prima di ritrovarci a Udine, ma devo dire che tutti i compagni sono dei bravi ragazzi. Con alcuni è più difficile legare perché parliamo lingue diverse, ma cerco di avere un bel rapporto con tutti perché poi in campo abbiamo bisogno di sostenerci l’uno con l’altro.
Con De Paul, anche lui argentino, avevo un ottimo rapporto ancora prima di ritrovarci a Udine, ma devo dire che tutti i compagni sono dei bravi ragazzi. Con alcuni è più difficile legare perché parliamo lingue diverse, ma cerco di avere un bel rapporto con tutti perché poi in campo abbiamo bisogno di sostenerci l’uno con l’altro.
Che portiere è il tuo vice Nicolas?
È un giocatore che ti spinge a dare il massimo, è forte tecnicamente e molto stimato da tutto lo spogliatoio.
Qual è stata secondo te la tua parata più bella?
Il rigore parato quest’anno contro la Spal al 95’, praticamente allo scadere. Perdere in quell’occasione non sarebbe stato giusto.
È un giocatore che ti spinge a dare il massimo, è forte tecnicamente e molto stimato da tutto lo spogliatoio.
Qual è stata secondo te la tua parata più bella?
Il rigore parato quest’anno contro la Spal al 95’, praticamente allo scadere. Perdere in quell’occasione non sarebbe stato giusto.
Cosa pensi quando ti trovi uno contro uno con un attaccante?
A stare fermo fino all’ultimo momento, cercando di capire dove vuole andare l’avversario.
A stare fermo fino all’ultimo momento, cercando di capire dove vuole andare l’avversario.
Sei scaramantico?
Un po’. Mi è capitato di buttare via qualche paio di guanti dopo qualche gol subito, pochi per fortuna. Poi mi piace ascoltare la stessa musica prima della partita.