Oggi compie gli anni Ivica Šurjak, uno dei calciatori migliori con cui abbia mai giocato e le cui gesta non si ricordano abbastanza.
Siamo stati compagni di squadra qui a Udine nella stagione 82/83, è stato un giocatore sottovalutato ma era un campione.
Tutta la prima parte della sua carriera l’ha vissuta a Spalato, nelle fila dell’Hajduk con cui ha disputato più di 270 partite arrivando a giocare per dieci anni nella nazionale della Jugoslavia, di cui è stato anche Capitano. Era la Jugoslavia di Tito, questo la dice lunga anche sul carattere che bisognava avere per portare la fascia al braccio in quella squadra.
Dopo un anno al Paris Saint Germain arrivò in bianconero.
Un attaccante tutto sinistro, un mancino puro che dalla metà campo in su faceva la differenza. Saltava sempre l’uomo, andava via in dribbling con un’agilità che non ci si sarebbe immaginati visto il suo metro e novanta di altezza. Quando entrava in area creava grandi occasioni, procurava tanti rigori, tante punizioni.
Ivica è stato un giocatore davvero importante e la sua presenza si sentiva non solo in campo ma anche nello spogliatoio.
Era taciturno e un po’ schivo ma non si sottraeva allo scherzo e alla battuta. Ricordo che gli piaceva tanto il caffè italiano e ogni mattina lo chiamavo: “Giovanni, come va?” e lui mi rispondeva sempre “Barone, sono uscito adesso a prendere caffè, conosciuto anche belle donne”. Infatti di belle donne ne ha sposata una e mi ha fatto molto piacere che mi abbia invitato al suo matrimonio.
Al termine di quella stagione ha dovuto lasciare Udine, destinazione Real Saragozza, perché arrivava il grande Zico che, con Edinho, avrebbe occupato entrambi i posti disponibili per gli stranieri, all’epoca se ne potevano avere in rosa solo due.
Udine guadagnò un campionissimo ma perse uno dei talenti più sottovalutati che io ricordi.
Auguri Giovanni!
Franco Causio
Franco Causio