Albert Camus diceva: “Non c’è un altro posto del mondo dove l’uomo è più felice che in uno stadio di calcio”
Questa frase per me ha acquistato un vero significato solo lo scorso sabato, quando sono stata allo stadio per la prima volta in compagnia di mio figlio di tre anni.
Nei giorni precedenti abbiamo prenotato la visita guidata “Udinese Stadium Experience” e nel pomeriggio prima della partita ci siamo recati all’Ingresso Autorità della Dacia Arena dove siamo stati accolti da gentilissime hostess che ci hanno accompagnato in un tour all’interno della casa dell’Udinese Calcio.
Il tour inizia con la visita agli spogliatoi, tutti tirati a lucido prima della partita, con le magliette dei giocatori appese in ordine agli armadietti: penso a quante strigliate avranno subito i giocatori dell’Udinese tra queste pareti e a quante feste dopo una vittoria particolarmente sudata...
Vicino agli spogliatoi, ci sono la palestra, la SPA e il corridoio lungo e bianco che porta direttamente sul campo da gioco. Si aprono le porte e lo stadio ti accoglie: ora è completamente vuoto, ma dalle seggioline colorate sembra innalzarsi un coro, da qui la prospettiva è davvero emozionante e mentre io scatto qualche foto, mio figlio sfugge e si mette a giocare in panchina tra la poltrona del mister e quelle dei giocatori. Per un momento mi spavento perché penso sia zona off-limits e invece le hostess lo guardano con aria divertita e lo lasciano fare.
Dopo le foto di rito sul campo, il tour ricomincia e visitiamo la sala stampa, dove nel dopo partita si tengono le conferenze e le interviste. Qui ci sono esposti dei cimeli storici interessanti e le coppe delle vittorie più prestigiose, su una parete sono state mantenute le cabine telefoniche che nei tempi in cui gli smartphone non esistevano, erano l’unico mezzo con cui i giornalisti potevano comunicare freschi aggiornamenti sui risultati delle partite alle redazioni. Mi sembra proprio di vederli: concitati, la cornetta ferma tra la spalla e l’orecchio e una fila di colleghi sbuffanti che aspetta il proprio turno. Che bell’idea mantenere questo ricordo del vecchio Stadio Friuli!
A questo punto abbiamo visitato lo store, dove poter acquistare qualche souvenir marchiato Udinese Calcio e la Club House, l’esclusiva zona ristorante e riunioni con la sala congressi. Poco distante da qui, da poco rinnovata, si trova la Ludoteca “le Zebrette” una bellissima iniziativa che è piaciuta particolarmente al mio piccolo: si tratta di un’ampia sala riscaldata e dedicata ai bambini, qui due animatori professionisti si prendono cura dei piccoli tifosi mentre i genitori guardano la partita dai propri posti sugli spalti. È un servizio gratuito, i responsabili si annotano il numero di telefono di uno dei genitori che è contattato in caso di necessità, e i bambini possono godersi un bellissimo castello, una grande piscina di palline e giocare ai rigori grazie ad una porta gonfiabile imitando i loro beniamini a pochi metri di distanza (se la partita vera langue e sentite il bisogno dell’emozione di vedere qualche “Golasso” consiglio una capatina alla ludoteca!).
Nei giorni in cui non c’è il campionato, è possibile affittare la sala per organizzare compleanni e baby-party, un successo assicurato!
E’ il fischio d’inizio e per 90 minuti ci godiamo lo spettacolo della partita allo stadio, così diversa da quelle viste in tv, in termini di emozioni e visuale d’insieme. Le azioni sono all’ultimo respiro e il tifo travolgente, alla fine purtroppo perdiamo, qualcuno sbuffa e impreca, ma noi siamo contenti: abbiamo vissuto un’esperienza indimenticabile ed è questo che conta!
Usciamo dallo stadio e ormai è buio. Per chi come noi ha passato il pomeriggio a divertirsi, è venuto il momento di concludere la giornata con del buon cibo. Stasera di cucinare non se ne parla e quindi scegliamo di farci guidare dai consigli della Strada del Vino e dei Sapori e optare per una cena sui colli a qualche chilometro dallo Stadio, a Fagagna. Qui c’è uno splendido locale immerso nella natura: l’agriturismo Casale Cjanor, un’antica cascina che sorge lungo una strada rurale costeggiata da filari di mòrars (gelsi) e piccoli corsi d’acqua. Oggi come in passato è sede di un’azienda agricola che si occupa dell’allevamento di animali da cortile e del confezionamento del “Pestàt di Feagne” tipico prodotto friulano derivato anticamente dalla macellazione del maiale e che si usa in cucina come condimento e insaporitore di innumerevoli piatti, dal 2006 riconosciuto presidio Slow Food. Oltre al Pestàt qui si producono anche deliziose confetture e verdure sottovetro, creme e sughi.
Questa sera siamo pieni di fame e ci lasciamo consigliare dalla proprietaria che ci dà il benvenuto con un tagliere di profumati affettati e formaggi da accompagnare con le creme: spazzolato!
Io sono storicamente fortunata nelle scelte del menù al ristorante, mi piace sperimentare e di solito ordino il piatto che mi incuriosisce di più, gli occhi mi cadono sulla Parmigiana di Zucca e Radicchio con formaggio salato, qualcosa di divino! Anche la carne sembra ottima e alla fine della cena ci lasciamo tentare dal “Caffè Golòs” una selezione dei loro dolci migliori accompagnati da un buon caffè. Solo dopo aver mangiato di gusto tutta la nostra cena mi sono resa conto che avrei potuto scattare qualche fotografia dell’impiattamento, vorrà dire che ci ritorneremo presto per rimediare!
Contenti di aver finito la giornata con una cena all’altezza delle aspettative, torniamo a casa, il mio piccolo è stanco morto e si addormenta subito, io, stesa accanto, penso che ho fatto proprio bene a condividere tutto questo con lui.
Testo e foto: Veronica Gerussi
Questa frase per me ha acquistato un vero significato solo lo scorso sabato, quando sono stata allo stadio per la prima volta in compagnia di mio figlio di tre anni.
Nei giorni precedenti abbiamo prenotato la visita guidata “Udinese Stadium Experience” e nel pomeriggio prima della partita ci siamo recati all’Ingresso Autorità della Dacia Arena dove siamo stati accolti da gentilissime hostess che ci hanno accompagnato in un tour all’interno della casa dell’Udinese Calcio.
Il tour inizia con la visita agli spogliatoi, tutti tirati a lucido prima della partita, con le magliette dei giocatori appese in ordine agli armadietti: penso a quante strigliate avranno subito i giocatori dell’Udinese tra queste pareti e a quante feste dopo una vittoria particolarmente sudata...
Vicino agli spogliatoi, ci sono la palestra, la SPA e il corridoio lungo e bianco che porta direttamente sul campo da gioco. Si aprono le porte e lo stadio ti accoglie: ora è completamente vuoto, ma dalle seggioline colorate sembra innalzarsi un coro, da qui la prospettiva è davvero emozionante e mentre io scatto qualche foto, mio figlio sfugge e si mette a giocare in panchina tra la poltrona del mister e quelle dei giocatori. Per un momento mi spavento perché penso sia zona off-limits e invece le hostess lo guardano con aria divertita e lo lasciano fare.
Dopo le foto di rito sul campo, il tour ricomincia e visitiamo la sala stampa, dove nel dopo partita si tengono le conferenze e le interviste. Qui ci sono esposti dei cimeli storici interessanti e le coppe delle vittorie più prestigiose, su una parete sono state mantenute le cabine telefoniche che nei tempi in cui gli smartphone non esistevano, erano l’unico mezzo con cui i giornalisti potevano comunicare freschi aggiornamenti sui risultati delle partite alle redazioni. Mi sembra proprio di vederli: concitati, la cornetta ferma tra la spalla e l’orecchio e una fila di colleghi sbuffanti che aspetta il proprio turno. Che bell’idea mantenere questo ricordo del vecchio Stadio Friuli!
A questo punto abbiamo visitato lo store, dove poter acquistare qualche souvenir marchiato Udinese Calcio e la Club House, l’esclusiva zona ristorante e riunioni con la sala congressi. Poco distante da qui, da poco rinnovata, si trova la Ludoteca “le Zebrette” una bellissima iniziativa che è piaciuta particolarmente al mio piccolo: si tratta di un’ampia sala riscaldata e dedicata ai bambini, qui due animatori professionisti si prendono cura dei piccoli tifosi mentre i genitori guardano la partita dai propri posti sugli spalti. È un servizio gratuito, i responsabili si annotano il numero di telefono di uno dei genitori che è contattato in caso di necessità, e i bambini possono godersi un bellissimo castello, una grande piscina di palline e giocare ai rigori grazie ad una porta gonfiabile imitando i loro beniamini a pochi metri di distanza (se la partita vera langue e sentite il bisogno dell’emozione di vedere qualche “Golasso” consiglio una capatina alla ludoteca!).
Nei giorni in cui non c’è il campionato, è possibile affittare la sala per organizzare compleanni e baby-party, un successo assicurato!
E’ il fischio d’inizio e per 90 minuti ci godiamo lo spettacolo della partita allo stadio, così diversa da quelle viste in tv, in termini di emozioni e visuale d’insieme. Le azioni sono all’ultimo respiro e il tifo travolgente, alla fine purtroppo perdiamo, qualcuno sbuffa e impreca, ma noi siamo contenti: abbiamo vissuto un’esperienza indimenticabile ed è questo che conta!
Usciamo dallo stadio e ormai è buio. Per chi come noi ha passato il pomeriggio a divertirsi, è venuto il momento di concludere la giornata con del buon cibo. Stasera di cucinare non se ne parla e quindi scegliamo di farci guidare dai consigli della Strada del Vino e dei Sapori e optare per una cena sui colli a qualche chilometro dallo Stadio, a Fagagna. Qui c’è uno splendido locale immerso nella natura: l’agriturismo Casale Cjanor, un’antica cascina che sorge lungo una strada rurale costeggiata da filari di mòrars (gelsi) e piccoli corsi d’acqua. Oggi come in passato è sede di un’azienda agricola che si occupa dell’allevamento di animali da cortile e del confezionamento del “Pestàt di Feagne” tipico prodotto friulano derivato anticamente dalla macellazione del maiale e che si usa in cucina come condimento e insaporitore di innumerevoli piatti, dal 2006 riconosciuto presidio Slow Food. Oltre al Pestàt qui si producono anche deliziose confetture e verdure sottovetro, creme e sughi.
Questa sera siamo pieni di fame e ci lasciamo consigliare dalla proprietaria che ci dà il benvenuto con un tagliere di profumati affettati e formaggi da accompagnare con le creme: spazzolato!
Io sono storicamente fortunata nelle scelte del menù al ristorante, mi piace sperimentare e di solito ordino il piatto che mi incuriosisce di più, gli occhi mi cadono sulla Parmigiana di Zucca e Radicchio con formaggio salato, qualcosa di divino! Anche la carne sembra ottima e alla fine della cena ci lasciamo tentare dal “Caffè Golòs” una selezione dei loro dolci migliori accompagnati da un buon caffè. Solo dopo aver mangiato di gusto tutta la nostra cena mi sono resa conto che avrei potuto scattare qualche fotografia dell’impiattamento, vorrà dire che ci ritorneremo presto per rimediare!
Contenti di aver finito la giornata con una cena all’altezza delle aspettative, torniamo a casa, il mio piccolo è stanco morto e si addormenta subito, io, stesa accanto, penso che ho fatto proprio bene a condividere tutto questo con lui.
Testo e foto: Veronica Gerussi