Doveva essere l’occasione da cui ripartire, con cui provare almeno a non perdere ulteriore terreno dalla zona playout. Ora però, dopo il pareggio del Palermo contro la Roma, la quota salvezza dista ben 7 punti.
Nella partita di venerdì, la squadra si è schierata con un 4-3-3 frutto anche della necessità di sfruttare al meglio le caratteristiche di due giocatori importanti per i bianconeri come Ballarini e Bocic. Tante, però, le difficoltà nel trovare la soluzione facile in avanti, con Gkertsos unica possibilità d’uscita dal possesso basso dei difensori e con le mezzali Battistella e Ndreu che - troppo statici sulla stessa linea - hanno così favorito il costante anticipo da parte degli azzurri.
Anche la coppia centrale composta da Vasko e Filipiak ha palesato le consuete difficoltà di difesa a campo aperto e la mancanza di un’intesa che la possa rendere un punto di forza della squadra. Proprio da un rimpallo col centrale slovacco classe ’00 è nato poi il gol di Gaetano che ha deciso la gara.
Ma l’elemento chiave che, a mio parere, ha fatto la differenza tra le due squadre è stato il desiderio di vittoria, di sopraffare l’avversario. Elemento che è spesso mancato nei 90 minuti all’Udinese, ma che, invece, ha ben caratterizzato tutto il Napoli, abile nei contrasti e più rapido sulle seconde palle (emblematica a riguardo la partita di Manzi). Proprio in quest’ottica va probabilmente inquadrata la sostituzione di Bocic poco prima della fine del primo tempo, in difficoltà nell’interpretare la gara nel migliore dei modi. Problema di mentalità per Milos visto che neanche 24 ore più tardi è stato protagonista con un gol nell’amichevole della prima squadra contro l’NK Radomlje.
Credo che mister Daniel abbia dato un chiaro segnale a tutta la squadra, ovvero che per raggiungere il sogno salvezza da qui in avanti tutti dovranno dare qualcosa in più, prima che diventi un’utopia.
Gianluca Lena
Gianluca Lena